Borges e la poesia del pensiero

La Fondazione Montanelli Bassi in collaborazione con il Liceo di Fucecchio organizza l’incontro "Borges e la poesia del pensiero". Interventi di Bonifazio Mattei e Sergio Alfredo Sciglitano. L’incontro si terrà giovedì 22 maggio alle ore 17,30 presso l’auditorium della Fondazione Montanelli Bassi, Palazzo della Volta, Via G. di S.Giorgio 2 Fucecchio.

Sul sito della Fondazione www.fondazionemontanelli.it è consultabile un’introduzione all’incontro curata da Gustavo Micheletti

Per informazioni: info tel.057122627

In allegato l’invito all’incontro

10_Invito_presentazione_borges.pdf

Fondazione Montanelli Bassi
via G. di San Giorgio, 2
Casella Postale 190
50054 FUCECCHIO (Fi)
Tel e fax 0571 22627

Invito presentazione borges.pdf

Tratta da: Varie

Fra cent'anni

 

 

Da qui a cent'anni, quanno

ritroveranno ner zappà la terra

li resti de li poveri sordati

morti ammazzati in guerra,

pensate un po' che montarozzo d'ossa,

che fricandò de teschi

scapperà fòra da la terra smossa!

Saranno eroi tedeschi,

francesci, russi, ingresi,

de tutti li paesi.

O gialla o rossa o nera,

ognuno avrà difesa una bandiera;

qualunque sia la patria, o brutta o bella,

sarà morto per quella.

 

Ma lì sotto, però, diventeranno

tutti compagni, senza

nessuna diferenza.

Nell'occhio vôto e fonno

nun ce sarà né l'odio né l'amore

pe' le cose der monno.

Ne la bocca scarnita

nun resterà che l'urtima risata

a la minchionatura de la vita.

E diranno fra loro: – Solo adesso

ciavemo per lo meno la speranza

de godesse la pace e l'uguajanza

che cianno predicato tanto spesso!

 

31 gennaio 1915  http://www.club.it/autori/grandi/trilussa/poesie.html 

Trilussa

L'amore mi ha fatto poeta

Josip Osti

L’amore mi ha fatto poeta…

L’amore che con una velenosa freccia

d’oro nella prima gioventù mi ha trafitto

il cuore aprendo una inguaribile ferita,

in cui cresce un cristallo nero dagli orli 

aguzzi. Un cristallo, bello e doloroso,

che brilla al bivio dell’anima e del corpo.

E mi indica la strada, per la quale ritorno

di continuo là, da dove veramente non sono

mai partito. Nella città natìa e nel tempo

dell’infanzia. Nella preistoria dei miei amori…

L’amore mi ha reso poeta…

L’amore che mi ha dato la forza di non dormire

una notte dopo l’altra, bensì di scrivere nel 

diario dell’insonnia migliaia di poesie tristi sulla 

vita e, spero, almeno una poesia allegra 

Leggi il testo originale… 

Sagarana – Susana Chavez

Numero 43 della Rivista Sagarana all'indirizzo www.sagarana.net.

 

Quest’edizione, dedicata alla poetessa messicana Susana Chavez, uccisa recentemente proprio a causa delle sue poesie di impegno sociale, presenta diversi saggi e articoli inediti in Italia: “Milano”, della più grande poetessa brasiliana del Novecento, Cecília Meireles, “Corsera, Matvejevic: storte Drine italiane” di Bozidar Stanisic’”, “È ora di parlare di letteratura italiana. Se non ora, quando?” di Armando Gnisci; ", “Una natura diversa in un mondo diverso dal nostro” di Gabriel Garcia Márquez, e testi di Carla Benedetti, Serge Latouche, Guy Debord, Vito Teti, Loretta Emiri e Tomaso Pieragnolo.

 

L’Editoriale di questa edizione, di Julio Monteiro Martins, “Il passaggio della luce sulla carta” parla del destino del libro come oggetto e delle nuove tecnologie come i lettori di e-book.

 

In Narrativa ci sono quattro traduzioni inedite: un brevissimo racconto di Arthur Clarke; il testo "Crollo mortale" di James G. Ballard, che tratta di un ipotetico crollo (provocato) della Torre di Pisa in un futuro non molto lontano; “Copacabana” della scrittrice del Quebec Claire Varin, su un naufragio nella notte di Capodanno durante le festività nella baia di Guanabara e la traduzione del racconto "Gli occhi di Jimmy Carter" dello scrittore nigeriano E.C. Osondu, oltre a brani di autori come Ernst Jünger, Natalia Ginzburg, Pier Vittorio Tondelli, Milva Cappelini, Kristin Marja Baldursdóttir e un inedito di Antonello Piana ambientato in una lugubre Berlino novecentesca.

 

In Poesia, cinque poesie inedite di Susana Chavez, a cui è dedicata questa edizione, oltre a poesie di Charles Bukowski, Sylvia Plath, una raccolta di poeti contemporanei del Costa Rica e traduzioni inedite dei versi di Angela Carter, Billy Collins e Dora Gabe, oltre a poesie in anteprima di Pina Piccolo, “Mediterraneo 2011:Terzo capo d’accusa” e di Carlo Bordini, “Preghiera”. E ci sono anche i racconti e le poesie dei nuovi autori nella sezione Vento Nuovo.

 

A questo stesso indirizzo si trovano anche gli aggiornamenti della sezione Il Direttore, con il racconto I rifiuti e l’analista, di Julio Monteiro Martins. 

La fretta

Se stà a fà sera e nantra giornata de lavoro se n'è annata:

c'ho l'ossa tutte rotte, la capoccia frastornata.

Cammino senza prescia, tanto, che devo fa?

Si torno a casa me tocca pure sfacchinà!

Sur viale del tramonto me fa l'occhietto er sole,

e dopo nà giornata a dà i resti a chi li vole,

l'osservo m'bambolato, come fosse, nà visione.

Me fermo lì a guardallo, ma chi l'avrà inventato?

È bello forte, nun l'avevo mai notato!

Sempre a combatte, sempre appresso a tutti i guai,

splende splende, ma nun m'o godo mai.

È robba che co quell'aria bonacciona e rassicurante,

riuscirebbe a fà sentì amico ogni viandante.

Stà palla arancione m'ha messo pure arsura, ma, ahò!

Nun so mica nà monaca de clausura!

E allora ò sai che nova c'è? Io nun c'ho più fretta

e me butto drent'ai meandri dè nà fraschetta.

Con le zampe sotto ar tavolino,

e in compagnia dè n'ber fiasco de vino,

me guardo intorno soddisfatto,

finalmente ho smesso de sbrigamme come un matto!

E mentre er Cannellino m'arriva ar gargarozzo

Rido cò n'amico e ordino nantro litrozzo.

La vista me se annebbia ma non la mia coscienza

che se mette a riflette sull'umana esistenza:

a che serve stà sempre a core pè tutte le raggioni

si so quasi sempre rotture dè cojoni!

Prandaj
 Poiché
Se të desha vetë, 
Dhe t'u nqasa vetë, 
Dhe të putha vetë;
Poiché ti amai io,
E mi avvicinai io,
E ti baciai io;
Dhe të humba largë, 
Dhe të ndoqa largë, 
Dhe të gjeta largë;
E ti persi lontano,
E ti seguii lontano,
E ti trovai lontano;
Se të desha prapë, 
Dhe t'u nqasa prapë, 
Dhe të putha prapë;
Poiché ti amai ancora,
E ti avvicinai ancora,
E ti baciai ancora;
Dhe të humba vashë, 
Dhe të ndoqa vashë, 
Dhe s'të gjeta vashë;
E ti persi fanciulla,
E ti inseguii fanciulla,
E non ti trovai fanciulla;
Se të gjeta grua, 
Dhe të desha grua, 
Dhe të putha grua;
Poiché ti trovai donna,
E ti amai donna,
E ti baciai donna;
Dhe s'më flet përhera, 
Dhe s'më nqas përhera, 
Dhe më plas përhera;
E non mi parli per sempre,
E non m’avvicini per sempre,
E mi scateni per sempre;
O, prandaj të dua, 
Prandaj vashë-e grua 
Fshehtësi për mua.
Oh, per questo io t’amo,
Per questo fanciull’e-donna
Misteriosamente per me.
Poesia in albanese: 
Lasgush Poradeci
Traduzione in italiano: 
Keti Geluzzi

 Mario Luzi, poeta dell’universale
Venerdi’ 21 Maggio 2010, Biblioteca del Palagio di parte Guelfa, ore 18.00

A cura di

 

  

 

 
Mario Luzi, poeta dell’universale

 

 

Incontro con

Geo Vasile
(Italianista e scrittore romeno)

 
 
Interviene
Fulvio Del Fabbro
(Docente di lingua e letteratura romena all’Università di Firenze)
 
Introduce e coordina
Severino Saccardi
(Direttore della rivista "Testimonianze")
 
 
Venerdì 21 Maggio 2010
Biblioteca del Palagio di parte Guelfa
ore18.00
Piazzetta di parte Guelfa – Firenze

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Per informazioni:

Laboratorio Nuova Buonarroti  vittbi@alice.it

Semicerchio 055495398@iol.it; 055/495398

Associazione Culturale “Testimonianze” infotestimonianze@gmail.com; 055/688180

 

Baciami

In un quartier della ville Lumière
Dove fa sempre buio e manca l’aria
E d’inverno come d’estate è sempre inverno
Lei era sulle scale
Lui accanto a lei e lei accanto a lui
Faceva notte
C’era un odore di zolfo
Perché nel pomeriggio avevano ucciso le cimici
E lei gli diceva
È buio qui
Manca l’aria
E d’inverno come d’estate è sempre inverno
Il sole del buon Dio non brilla da noi
Ha fin troppo lavoro nei quartieri ricchi
Stringimi tra le braccia
Baciami
Baciami a lungo
Baciami
Più tardi sarà troppo tardi
La nostra vita è ora
Qui si crepa di tutto
Dal caldo e dal freddo
Si gela si soffoca
Manca l’aria
Se tu smettessi di baciarmi
Credo che morirei soffocata
Hai quindici anni ne ho quindici anch’io
In due ne abbiamo trenta
A trent’anni non si è più ragazzi
Abbiamo l’età per lavorare
Avremo pure diritto di baciarci
Più tardi sarà troppo tardi
La nostra vita è ora
Baciami!     

  J.Prévert

Abbiamo perso…

 

Abbiamo perso anche questo crepuscolo.

Nessuno ci ha visto stasera mano nella mano

mentre la notte azzurra cadeva sul mondo.

 

Ho visto dalla mia finestra

la festa del tramonto sui monti lontani.

 

A volte, come una moneta

mi si accendeva un pezzo di sole tra le mani.

 

Io ti ricordavo con l’anima oppressa

da quella tristezza che tu mi conosci.

 

Dove eri allora?

Tra quali genti?

Dicendo quali parole?

Perché mi investirà tutto l’amore di colpo

quando mi sento triste e ti sento lontana?

………..     

 Neruda P.

Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t’amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l’ombra e l’anima.


T’amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.


T’amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti


che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno

PABLO NERUDA

                           (da Il Fromboliere Entusiasta XVII sonetto)