Le tre umiliazioni (secondo Freud) inferte dalla scienza moderna al narcisismo del genere umano

Scoperte o invenzioni che hanno fatto più male che bene al genere umano…

Ci sono state tre grandi scoperte negli ultimi 500 anni che hanno messo in crisi il genere umano, obbligandolo a ripensare sé stesso e il suo ruolo nell’universo.

Di questo ce ne parla Freud nel saggio “Una difficoltà della psicoanalisi” pubblicato per la prima volta nel 1917.

La prima batosta il genere umano l’ha avuta con Copernico nel XVI secolo che per la prima volta pose il sole al centro del sistema solare e non la terra. Pensate quale disorientamento possa aver avuto il genere umano a non sentirsi più i privilegiati al centro dell’universo e a doversi ridimensionare come degli abitanti di un pianeta qualunque che come gli altri ruota intorno al sole, all’interno di uno spazio formato da trilioni di galassie.

La seconda, definita da Freud, “umiliazione” l’uomo l’ha subita con Darwin nel XIX secolo il quale sostenne che la specie umana non occupa alcuna posizione privilegiata rispetto al regno animale ma che per pura casualità e mutazioni randomiche ha avuto la meglio sulle altre; in fin dei conti l’uomo proviene dalla stessa piccola pozza d’acqua calda o “brodo primordiale” di sali di ammonio, fosforo, calore ed elettricità.

Rimaneva però l’ultimo campo all’interno del quale il genere umano poteva ancora esercitare tutto il suo narcisismo, quello della Coscienza.

Ma è qui che Freud nel XX secolo infierì un duro colpo quando affermò che l’uomo non è padrone della propria coscienza e che la quasi totalità della nostra attività psichica proviene dall’inconscio. Esperienze passate, traumi infantili e ambiente formano un database che plasma il motore dei nostri pensieri e azioni e che quindi rimane ben poco spazio alla coscienza, strumento con il quale l’uomo pensa e agisce razionalmente.
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