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Nobody is able to change the world, but everyone has the chance to understand it. – A nessuno, in particolare, è dato di cambiare il mondo, a tutti, però, è dato di comprenderlo. (Andrea Bocelli)
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Biblioteca Nazionale Centrale di Roma
(Sala Conferenze, sabato 15 ottobre 2016, ore 10,30)
Inaugurazione mostra
Irish in Italy
Letteratura e politica irlandesi in Italia
nella prima metà del Novecento
(Galleria BNCR, 15 ottobre 2016 – 8 gennaio 2017)
In occasione del centenario dell’«Easter Rising», l’insurrezione
irlandese del 1916, la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma è lieta
di ospitare la mostra Irish in Italy. Letteratura e politica irlandesi
nella prima metà del Novecento (dal 15 ottobre 2016 all’8 gennaio
2017, lun-ven 10-19, sab 10-13-30), ideata dallo studioso Antonio
Bibbò dell’Università di Manchester e allestita da Elio Micco
(Genova), con il generoso sostegno dell’Ambasciata d’Irlanda in Italia
e della Marie Skłodowska-Curie Actions – European Commission. La
mostra Irish in Italy verrà inaugurata sabato 15 ottobre 2016 alle ore
10,30 nella Galleria della Biblioteca Nazionale: dopo i saluti del
Direttore della BNCR Andrea De Pasquale, interverranno l’Ambasciatore
d’Irlanda in Italia Bobby McDonagh, il filosofo Giulio Giorello
dell’Università di Milano e il docente John McCourt dell’Università di
Roma 3 e direttore di CRISIS – Centro di Ricerca Interdipartimentale
per gli Studi Irlandesi e Scozzesi.
Il percorso espositivo di Irish in Italy segue due linee principali:
da una parte la storia dell’indipendenza irlandese e delle versioni
che di questa sono state presentate in Italia nei primi decenni del
Novecento; dall’altra la storia della produzione letteraria del
Rinascimento celtico e della sua diffusione, prima nell’Italia
liberale e poi in quella fascista. In questo modo è possibile
osservare come lo Stato Libero d’Irlanda si sia progressivamente
imposto tra noi quale entità autonoma tanto da un punto di vista
culturale quanto politico. Lungo la Galleria della biblioteca saranno
esposti, tra gli altri, un inedito ritratto di James Joyce firmato da
Silvano Scheiwiller, la lettera con la quale Yeats accetta di
partecipare al Convegno Volta di Roma del 1934, le lettere in cui
Anton Giulio Bragaglia escogita il contrabbando degli autori “oriundi”
irlandesi in Italia durante la seconda guerra mondiale, il primo
Dracula italiano, la lettera del ’47 in cui Montale ribatte
all’editore Cederna che “neanche il Padreterno” potrebbe tradurre le
poesie di Joyce e quella del ‘48 in cui Pavese confessa allo stesso
editore che “tutto Joyce gli fa rabbia”. I numerosi documenti d’epoca
provengono dalle collezioni della Biblioteca Nazionale di Roma, in
particolare il Fondo Falqui, del centro APICE di Milano, del Centro
Studi del Teatro Stabile di Torino, del Museo Biblioteca dell’Attore
di Genova, della Biblioteca comunale di Como, della Biblioteca Estense
di Modena e della Biblioteca comunale Francesco Antolisei di San
Severino Marche. Il percorso si conclude con la ricostruzione di un
salottino italiano degli anni ’40, gentilmente fornito dal Museo
Passatempo di Rossiglione (Genova), dove i visitatori potranno
sedersi, leggere riproduzioni di una scelta dei documenti esposti e
ascoltare letture di traduzioni d’epoca interpretate dall’attore Luca
Iervolino.
Il movimento rivoluzionario irlandese nacque e fu portato avanti con
un’essenziale partecipazione di poeti e drammaturghi impegnati nella
rinascita, politica e culturale, dell’Irlanda. I nomi di Pearse,
Yeats, Synge, Lady Gregory restano indissolubilmente legati alla
rinascita irlandese e a quel variegato fronte ribelle che portò
l’isola a liberarsi dal dominio coloniale.
Gli stretti rapporti tra Italia e Irlanda non si limitano alla
presenza di James Joyce a Trieste e Roma, dove l’autore di Dublino
trascorre una gran parte del suo autoimposto esilio continentale. Fin
dai primi anni del secolo, l’Italia si mostra particolarmente
ricettiva nei confronti dell’Irlanda. A precursori come l’antifascista
Mario Borsa si affiancano gli ecclesiastici come Ernesto Buonaiuti e i
rettori dell’Irish College di Roma, una presenza cruciale per la
nascente diplomazia irlandese nello Stivale. E sono questi gli anni in
cui il comasco Carlo Linati intraprende il suo coraggioso viaggio
nella letteratura irlandese. Linati importa in Italia i drammaturghi
dell’Abbey Theatre e il modernista Joyce, rivisita lo Sterne
foscoliano e dà vita, assieme a Enzo Ferrieri, al Convegno, una delle
riviste più importanti per la diffusione della letteratura irlandese
in Italia negli anni Venti.
Negli anni della seconda guerra mondiale, poi, il palcoscenico diventa
un campo di battaglia in mano a uomini di teatro come Anton Giulio
Bragaglia, direttore del Teatro delle arti di Roma e ideatore dello
stratagemma di far “diventare” irlandesi i più improbabili
drammaturghi di lingua inglese in modo da aggirare la censura
fascista. Sono anni in cui la letteratura irlandese in Italia vive una
seconda giovinezza e si presenta quanto mai variegata e sorprendente:
da una parte gli “europei” Joyce, Shaw e Wilde, dall’altra i “veri
irlandesi” Yeats, Synge, O’Casey, e per finire i cosiddetti “oriundi”
come Eugene O’Neill. Con questi si confrontano i maggiori letterati
italiani del tempo, da Pavese a Montale, da Gian Dàuli a Paolo Grassi,
fino ai giovanissimi Pasolini e Manganelli.
Eventi: Alla mostra Irish in Italy si legano idealmente due incontri:
il 17 novembre sull’antologia edita da Guanda Tra una vita e l’altra
(ed. inglese Lost Between) con le scrittrici Catherine Dunne, Federica
Sgaggio, Gaja Cenciarelli e Francesca Melandri; il 22 novembre sulla
letteratura irlandese in Italia con studiosi italiani e irlandesi
presso l’Università Notre Dame di Rome.
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Biblioteca Nazionale Centrale di Roma
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LA MORTE DI UN AMICO
La tristezza calò buia sul cuore, e dovunque guardavo era la morte. E il mio paese divenne un patibolo, e la casa paterna m’era penosa e strana, e tutto quello che avevo condiviso con lui, senza di lui si convertiva in uno strazio enorme. I miei occhi lo cercavano invano dappertutto e odiavo tutte le cose perché non lo tenevano fra loro e non potevano più dirmi “eccolo, viene”, come quando era in vita e mi mancava. Ero divenuto un enigma angoscioso a me stesso e chiedevo a quest’anima perché fosse triste e mi opprimesse tanto e lei non sapeva rispondermi. E se dicevo: “Spera in Dio” lei non ubbidiva, giustamente, perché quella persona concreta che le era tanto cara e che aveva perduto era migliore e più vera del fantasma in cui le si ordinava di sperare. Solo il pianto mi era gradito e aveva preso il posto del mio amico fra i piaceri dell’anima. […] Ero stupito che vivessero ancora gli altri mortali, quando era morto lui che avevo amato come fosse immortale, a ancor più ero stupito di vivere io stesso, che ero un altro lui, quando lui era morto. Qualcuno ha detto bene del suo amico, che era metà dell’anima sua. Io sentivo infatti che la mia e la sua erano un’anima sola in due corpi: perciò la vita mi faceva orrore – io non volevo vivere a metà – e perciò mi faceva paura la morte, con cui sarebbe morto ormai del tutto anche lui, lui che avevo molto amato[3]. (Le Confessioni di S. Agostino 4. 4. 7 – 7.12 passim)
Martedì 18 Ottobre, il volume speciale di “Testimonianze” su LA GRANDE ALLUVIONE
verrà presentato a Villa Vogel ( Via delle Torri 23, ore 17.00),
con interventi di Mirko Dormentoni, Giorgio Valentino Federici,
Franco Quercioli, Severino Saccardi e Mauro Sbordoni
letture di Donatella Villani
Lunedì 24 OTTOBRE, in Consiglio Regionale (via Cavour, 18), un incontro (ore 17.00)
su Quei giorni a Firenze e in Toscana (a partire dal volume di “Testimonianze” su La grande alluvione del 1966),
con interventi di Eugenio Giani, Cristina Acidini, Paolo Capezzone, Fabio Dei,
Giorgio Valentino Federici, Mauro Grassi, Severino Saccardi,
letture di Ornella Grassi
Introduce e coordina: Simone Siliani
Sabato, 22 Ottobre, sempre in tema di rapporti con il fiume ed il territorio,
gli “Amici di Testimonianze” organizzanouna visita guidata all’antico Mulino di Ellera
(un esempio di archeologia industriale ancora funzionante); ritrovo alle ore 10.00
(per indicazioni e prenotazioni, v. il volantino allegato).
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