Tratta da: Varie

Fra cent'anni

 

 

Da qui a cent'anni, quanno

ritroveranno ner zappà la terra

li resti de li poveri sordati

morti ammazzati in guerra,

pensate un po' che montarozzo d'ossa,

che fricandò de teschi

scapperà fòra da la terra smossa!

Saranno eroi tedeschi,

francesci, russi, ingresi,

de tutti li paesi.

O gialla o rossa o nera,

ognuno avrà difesa una bandiera;

qualunque sia la patria, o brutta o bella,

sarà morto per quella.

 

Ma lì sotto, però, diventeranno

tutti compagni, senza

nessuna diferenza.

Nell'occhio vôto e fonno

nun ce sarà né l'odio né l'amore

pe' le cose der monno.

Ne la bocca scarnita

nun resterà che l'urtima risata

a la minchionatura de la vita.

E diranno fra loro: – Solo adesso

ciavemo per lo meno la speranza

de godesse la pace e l'uguajanza

che cianno predicato tanto spesso!

 

31 gennaio 1915  http://www.club.it/autori/grandi/trilussa/poesie.html 

Trilussa

 

Z a L a b

Presenta 

I nostri anni migliori 

 

15 novembre 2011 Festival di Cinema Africano di Verona

Ore 20.30 Teatro Camploy

un documentario di Matteo Calore e Stefano Collizzolli

prod. ZaLab e toniCorti (45’ – Italia 2011)

 

Che cosa resta di una rivoluzione nelle vite delle persone che l’hanno attraversata?

Tra febbraio e aprile 2011 ventitremila tunisini arrivano a Lampedusa.

Il governo italiano urla all’invasione, si parla di un’orda barbarica, di un esodo biblico, di uno tsunami umanitario. Non si parla invece della storia di queste persone.

Dai campi di prima accoglienza di Manduria, Mineo e Palazzo San Gervasio cinque di loro si raccontano. Un’intera vita soffocata sotto il regime di Ben Ali, la rivoluzione inaspettata e dirompente che l’ha messo in fuga. Poi la possibilità di partire, per alcuni a lungo sognata e per altri solo improvvisata.

Gli anni migliori sono i loro: quelli di una generazione cui per troppo tempo è stata negata la libertà, e che ora ha deciso di provare a prendersela fino in fondo.

 

Il film verrà presentato il 15 novembre al Festival di cinema africano di Verona, in concorso nella sezione Viaggiatori e Migranti.

 

Queste le date delle prime proiezioni:

14 novembre – PadovaImmaginafrica, 16.15. Saranno presenti gli autori e uno dei protagonisti del film. Alle 17.30 tavola rotonda coordinata da Gabriele Del Grande.

24 novembre – RomaApollo 11, 20.30. Al termine della proiezione un incontro con gli autori e Stefano Liberti, giornalista del Manifesto.

1 dicembre – PadovaPortoAstra.

3 dicembre – Nottingham, Ishraqah – Festival exploring Middle East and Arab cultures.

Inoltre il film sarà presentato nella Library di Italian Doc Screenings – Firenze 16-19 novembre 2011.

 

Per ulteriori informazioni sul film: http://inostriannimigliori.wordpress.com

Per organizzare una proiezione scrivete a distribuzione@zalab.org

 

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Z a L a b

 

Presents

 

Our best years

 

15th of November African Film Festival of Verona

8.30 pm Teatro Camploy

a documentary by Matteo Calore and Stefano Collizzolli

prod. ZaLab and toniCorti  (45’ – Italy 2011)

 

 

What are the remains of a revolution in the people who experienced it?

From February to April 2011, 23 thousand Tunisians reached the tiny island of Lampedusa, Italy

The Italian Government called this event  an invasion, a barbaric horde, a biblical exodus, a humanitarian tsunami. But nobody spoke about the stories of these young people.

From the refugee camps of Manduria, Mineo and Palazzo San Gervasio (Southern Italy), five of these young people tell us about the constriction of their whole life under the regime of Ben Ali and about the unexpexcted and groundbreaking revolution that made the President flee. Then the possibility to leave, for someone a long-lasting dream, for others just a sudden decision.

Those are the best years: the ones of a generation that lived without freedom for too long that now has decided to take it all

 

The documentary will be presented 15th of November at African Cinema Festival of Verona, In competition in the section Wayfarers and Migrants.

 

First screenings:

14th of November – Padua Immaginafrica, 4.15 p.m.. At the presence of the authors and one of protagonist. At 5.30 p.m. round table coordinated by Gabriele Del Grande.

24th of November – RomeApollo 11. After the screening a debat with the authors and Stefano Liberti, (Journalist).

1st December – Padua –  PortoAstra.

3rd December – Nottingham,  Ishraqah – Festival exploring Middle East and Arab cultures

The documentary will be presented in the library of Italian Docs Screenings – Florence 16th-19th of November 2011.

 

For more informations on documentary: http://ourbestyearsthefilm.wordpress.com

To organize a screening write to: distribuzione@zalab.org

 

www.zalab.org

www.zalab.tv

 

Tomba di Ciro II a Pasargade

Tomba di Ciro II a PasargadePasargade è un'antica città dell'Iran, circa 50 km a NE di Persepoli, fondata intorno alla metà del sec. VI aC da Ciro nel luogo della sua vittoria sui Medi. Prese il nome della tribù dei Pasargadi alla quale appartenevano gli Achemenidi, la famiglia cioè di Ciro e di Dario. Pasargade fu la capitale di Ciro, che vi costruì il suo palazzo e la sua tomba , e rimase, dopo il trasferimento della capitale a Persepoli, la città dove avveniva la cerimonia dell'investitura dei re persiani. Il palazzo comprendeva un ingresso, una grande sala delle udienze (apadana) e una per i banchetti, cioè tutti gli elementi necessari alla vita di rappresentanza del sovrano. Un tempio del fuoco è da identificarsi nella costruzione quadrata detta Zindan-i Sulaiman. Ben conservata è la tomba di Ciro, cella rettangolare che poggia su un basamento a sei gradoni di altezza decrescente dal basso in alto. 

  File:CyrustheGreatTomb 22057.jpg

 

La tomba di Genzio, re degli Illiri

MAUSOLEO ROMANO

La sepoltura, sita in via del Mausoleo, è situata lungo via del Mausoleo. Ha una struttura circolare in opera cementizia originariamente rivestita di grossi blocchi squadrati di calcare locale. All’interno la camera sepolcrale, molto ben conservata, ha pareti a blocchi squadrati di calcare locale e volta a botte.

Attualmente il rivestimento di lastre di marmo è andato perduto, ma l'interno è molto ben conservato. La Camera sepolcrale è di raffinata fattura con volta a botte illuminata da finestrella: la datazione del monumento è protoaugustea.

L'edificio è alto 9 m e la stanza sepolcrale misura 6,30 x 4,72 m. Per lo storico latino Tito Livio, l'edificio è la tomba di Genzio(Genti), re dell'Illiria , che fu prigioniero a Gubbio dopo la sua resa ai Romani nel 168 a.C.

 

Gubbio, neutrale nella guerra tra Roma e i Sanniti conclusasi nel 295 a.c. con la battaglia del Sentino (Sassoferrato), nello stesso anno strinse alleanza con Roma, temendo l'attacco di altri popoli, soprattutto etruschi, e prese il nome di IGUVIUM, divenuto nel medioevo EUGUBIUM.

Nell'anno 166 a.c., dato gli ottimi rapporti con Roma, questa affidò alla Magistratura Eugubina la custodia di un prigioniero regale: Genzio re degli Illiri, con moglie e figli e pure col fratello Caravanzio. Qui Genzio, il prigioniero dai romani, dopo un paio d'anni morì e fu sepolto nel Mausoleo.

Gubbio, neutrale nella guerra tra Roma e i Sanniti conclusasi nel 295 a.c. con la battaglia del Sentino (Sassoferrato), nello stesso anno strinse alleanza con Roma, temendo l'attacco di altri popoli, soprattutto etruschi, e prese il nome di IGUVIUM, divenuto nel medioevo EUGUBIUM.

Nell'anno 166 a.c., dato gli ottimi rapporti con Roma, questa affidò alla Magistratura Eugubina la custodia di un prigioniero regale: Genzio re degli Illiri, con moglie e figli e pure col fratello Caravanzio. Qui Genzio, il prigioniero dai romani, dopo un paio d'anni morì e fu sepolto nel Mausoleo.

 Gubbio, neutrale nella guerra tra Roma e i Sanniti conclusasi nel 295 a.c. con la battaglia del Sentino (Sassoferrato), nello stesso anno strinse alleanza con Roma, temendo l'attacco di altri popoli, soprattutto etruschi, e prese il nome di IGUVIUM, divenuto nel medioevo EUGUBIUM.

Nell'anno 166 a.c., dato gli ottimi rapporti con Roma, questa affidò alla Magistratura Eugubina la custodia di un prigioniero regale: Genzio re degli Illiri, con moglie e figli e pure col fratello Caravanzio. Qui Genzio, il prigioniero dai romani, dopo un paio d'anni morì e fu sepolto nel Mausoleo.

 Gubbio, neutrale nella guerra tra Roma e i Sanniti conclusasi nel 295 a.c. con la battaglia del Sentino (Sassoferrato), nello stesso anno strinse alleanza con Roma, temendo l'attacco di altri popoli, soprattutto etruschi, e prese il nome di IGUVIUM, divenuto nel medioevo EUGUBIUM.

Nell'anno 166 a.c., dato gli ottimi rapporti con Roma, questa affidò alla Magistratura Eugubina la custodia di un prigioniero regale: Genzio re degli Illiri, con moglie e figli e pure col fratello Caravanzio. Qui Genzio, il prigioniero dai romani, dopo un paio d'anni morì e fu sepolto nel Mausoleo.

 

   

Mausoleo Romano

<!– –>Nei pressi del Teatro Romano, sorge un rudere d’epoca umbro-romana: il cosiddetto “Mausoleo”. Per lo storico latino Tito Livio, l'edificio è la tomba di Genzio, re dell'Illiria, parte occidentale della penisola balcanica: fatto prigioniero dai romani nel 168 a.C., Genzio fu tenuto prigioniero a Gubbio e qui morì e fu sepolto. Secondo altri, sarebbe la tomba di un certo Lucio Pomponio Grecino, figlio di un console o di un prefetto romano.

Il manufatto è alto nove metri. L'esterno doveva essere rivestito di pietre, ma queste, in epoca medievale, furono asportate e probabilmente utilizzate per la costruzione di qualche edificio. L'interno è ben conservato, anche se ha perduto le lastre di marmo; la camera sepolcrale è di raffinata fattura e presenta una volta a botte, illuminata da una piccola finestra situata sopra la porta.<!– –>